Eccomi a voi...
Oggi vi racconterò la mia prima volta, così se volete potete aggiungere nei commenti anche le vostre "prime volte" (almeno ci spero) :-)
Era il lontano... non mi ricordo...
In pratica era al terzo anno di università quindi se ora ho 35 anni fate voi il calcolo...
Comunque, come ogni volta che tornavo da un esame, andato bene o male che fosse, io tornavo a casa, posavo il malloppo di carte, borse e i quintali di libri e scendevo per concedermi una piccola passeggiata. Nulla di che, solo 2 passi per sgranchirmi le gambe. Tutto questo stando da sola... in pratica era come se per me fosse un rituale.
Sulla via del ritorno (e meno male che stavo nei pressi di casa ed i negozianti mi conoscevano), (avevo la gomma in bocca, ve lo dico perchè c'è un perchè) mi sento di non respirare più, tutto intorno a me ha sfumatore e non più colori, non capisco più niente, solo che stavo per morire.
Una negoziante, che ringrazierò a vita, mi vide in quello stato confusionale e con la bocca aperta come se cercassi di respirare senza riuscirci e mi portò dentro al suo negozio dandomi un bicchiere d'acqua, facendomi sedere e cercando di capire che stesse succedendo.
Questa cosa che per me durò ore invece durò minuti (me lo disse lei) e, stando seduta, piano piano tornai a respirare e dopo un'ora che stavo in quel negozio, riuscii a bere un goccio d'acqua e "tremando come una foglia" andai...
Direte voi a casa?
Ebbene no!
Andai dal mio medico di famiglia, cercando di arrivarci pian pianino e finalmente sul posto lui (meno male che c'era) mi spiegò cosa fosse accaduto, mi parlò per la prima volta di attacchi di panico, mai sentiti in vita mia, nè nella mia famiglia nè da amici.
A quel punto mi diede da prendere delle gocce per tranquillizzarmi, mi disse che dovevo solo riposarmi e che la sensazione di non respirare seppur orribile non provocava davvero una interruzione della respirazione (altrimenti sarei già morta!), ma solo una restrizione della gola a causa di questo senso di soffocamento dettato dalla paura.
Ora mi dissi: che faccio? vado a casa e lo dico ai miei? No, non posso, che potrebbero fare, si preoccuperebbero e basta... quindi tornai a casa e punto.
La sera telefonò il medico a casa e disse tutto ai miei (ci conosciamo da tempo).
Mia madre si avvicinò a me e mi racconto allora la sua esperienza.
Da quel momento non mi sentii più l'unica al mondo a soffrire di questa cosa, ma ero una fra tante che per colpa dello stress è stata presa di mira da questa sensazione per me allucinante.
Ah! Prima di concludere dimenticavo di dirvi della gomma :-)
Da allora io non mangio più gomme e come accade che non si ritorni più sul luogo "del delitto" come si suol dire, io invece (anzi la mia mente perversa) avrò dato un qualche collegamento alla cosa e quindi non sopporto più le gomme di cui ero una golosa di prim'ordine.
Questo è solo l'inizio di una lunga odissea, ma se continuerete a seguirmi, con calma vi racconterò il seguito.
Se voi foste qui e potessi parlare con voi sarei un fiume di parole, ma scrivere non è lo stesso e quindi ogni cosa a suo tempo.
Se volete continuarmi a seguire ne sarei felice, ancor di più se partecipaste con la vostra esperienza. Confrontarsi ed aiutarsi è così bello. Sentirsi in compagnia e non più soli penso sia una gran bella soddisfazione, non credete?
Buona giornata a tutti
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martedì 12 gennaio 2010
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